RENNES-LE-CHATEAU - "I Catari"

Un’altra ipotesi storica sul mistero di Rennes-le-Château riguarda il movimento ereticale dei Catari.
I catari professavano un credo di stampo dualista (derivato dal Manicheismo, una dottrina religiosa risalente al III sec. d.C. detta anche “religione della luce”, proveniente, come l’arianesimo del resto, dall’Europa orientale) che si diffonde nel Nord-Italia e in Linguadoca attorno al 1000-1100.
Contro gli eretici della Linguadoca viene istituita una crociata, nel 1208, dopo l’assassinio di Pierre de Castelnau, legato pontificio presso St.Gilles.
Mentre Raimondo VI, conte di Tolosa, preferisce fare pubblica ammenda delle proprie colpe (che consistevano semplicemente nell’offrire protezione agli eretici) Raymond Roger Trencavel, visconte di Beziers e Carcassonne e nipote di Raimondo VI, sceglie la via della resistenza ad oltranza contro i crociati di Simone di Monfort.
Dopo aver abbandonato Beziers, assediata dalle truppe del Papa, Raymond Roger Trencavel, si rifugia a Carcassonne, nella speranza di poter allestire un contingente militare da opporre a Simone di Montfort.
Purtroppo anche Carcassonne deve capitolare nell’estate del 1209 mentre l’alfiere della resistenza occitana, il visconte Trencavel, viene imprigionato in una delle torri della città dove morirà di stenti pochi mesi dopo.
La crociata termina formalmente con il trattato di Meaux del 1229 (tra il Re di Francia e Raimondo VII) anche se la persecuzione contro gli eretici si protrae sino al 1255, anno in cui cade l’ultima roccaforte catara di Queribus.
Nel 1240 il figlio di Raymond Roger Trencavel, fuggito nella contea di Foix dopo la morte del padre, tenta una controffensiva, riconquistando la contea di Carcassonne.
Purtroppo la coraggiosa impresa del Trencavel si rivela solo un ultimo e disperato tentativo di resistenza contro l’oppressore straniero.


Nel 1244 cade infatti Montsegur (Fig.29), la più importante roccaforte albigese (da “Albi”, uno dei centri catari più attivi in Linguadoca) considerata un vero e proprio tempio solare in cui venivano celebrati i più importanti riti legati alla dottrina catara.
Si pensi, ad esempio, che agli inizi del XIII secolo venne celebrato a Montsegur una sorta di grandioso “conclave” a cui parteciparono più di 600 “perfetti”, i sacerdoti catari.
Nel Marzo del 1244, mentre Montsegur è assediata dai crociati, avviene un enigmatico episodio che alimenterà nei secoli successivi numerose leggende sul presunto tesoro dei Catari custodito a Montsegur.
Gli assediati richiedono infatti una sospensione temporanea delle ostilità, dal 2 al 16 Marzo, offrendo in garanzia numerosi ostaggi, per celebrare un particolare rito legato quasi certamente all’equinozio di Primavera.
Dopo aver celebrato il rito, nella notte del 16 Marzo quattro perfetti catari si calano dalla rupe di Montsegur per portare in salvo un oggetto unico e prezioso, essenziale per il corretto svolgimento della cerimonia religiosa avvenuta il giorno prima.
Il giorno seguente, scaduto il termine prestabilito per la tregua, gli assediati si consegnano spontaneamente agli assedianti. Tra coloro che hanno difeso Montsegur è possibile individuare i soldati della guarnigione del castello (principalmente mercenari) che, dopo aver assistito al rito del 14 Marzo, si erano convertiti spontaneamente al catarismo (ricevendo il rito del “consolamentum”, una sorta di investitura sacerdotale), andando così incontro a una morte sicura tra atroci sofferenze.
Il giorno seguente tutti gli assediati vengono rinchiusi all’interno di una palizzata in legno ai piedi del castello e dati alle fiamme ancora vivi.
Ancora oggi, ai piedi della rocca di Montsegur, è possibile visitare il “Prats des Cremats” il prato dei cremati, ove vennero giustiziati in massa gli ultimi catari della Linguadoca.
Cosa portarono in salvo i quattro perfetti catari durante la loro fuga notturna da Montsegur assediata?
Difficile poterlo dire con certezza, molto probabilmente un oggetto di enorme importanza spirituale più che materiale. Secondo alcuni studiosi di esoterismo l’oggetto in questione avrebbe potuto essere una sorta di “testimonianza” strettamente legata alle origini del cristianesimo, un oggetto il cui valore intrinseco avrebbe addirittura potuto mettere in pericolo il predominio di Roma sulle coscienze dei cristiani del tempo.
Bisogna sottolineare inoltre una serie di curiose coincidenze che da sempre hanno contribuito ad identificare Montsegur come rifugio di un enigmatico oggetto dagli straordinari poteri miracolosi.
Nel romanzo “Perceval” di Wolfram von Eschenbach il castello del Graal viene chiamato ”Montsalvaesche”, traducibile come “Monte selvaggio” ma anche come “Monte della salvezza”, quel “Montsalvat” che in dialetto occitano designa proprio lo sperone di roccia su cui sorge Montsegur.
Wolfram ci dice inoltre che il signore di “Montsalvaesche” risultava essere un certo “Perilla”.
Piuttosto sorprendentemente scopriamo che il signore di Montsegur, ai tempi dell’assedio del castello, era proprio Raymond de Pereille, ricordato nei documenti del tempo come Perilla, nella sua forma latinizzata.
Naturalmente, il misterioso tesoro dei catari di Montsegur avrebbe potuto essere agevolmente trasportato a Rennes-le-Château (distante pochi chilometri in linea d’aria da Montsegur) e lì celato per sempre in qualche grotta dei dintorni.
Ma anche questa rimane soltanto un’ipotesi…

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