NON SOLO CONOSCENZA

 

Ho letto le discussioni del forum del sito www.croponline.org  sezione “Misteri del presente” e devo dire che alcune sono deludenti per la troppa superficialità con la quale sono state affrontate tematiche che meritavano sicuramente più attenzione, ma soprattutto più approfondimento; specialmente l’argomento prettamente fisico-matematico-sperimentale legato alla “Teoria delle Apparenze” dell’emerito nostro scienziato bergamasco Ing. Marco Todeschini.

Leggere per esempio:

 

-      …il dualismo onda-particella è stato dimostrato nel 1905 da Einstein…”;

-      …il principio d’indeterminazione di Heisemberg corre in aiuto…” delle persone perché  quando c’è la certezza dell’incertezza l’uomo vive meglio....;

-     …visto che la fisica di Todeschini poggia proprio sull’equazione di Schrodinger, sarebbe un sacrilegio attaccare Einstein…” e “…la funzione d’onda di una particella non è proprio nulla, non ha alcun significato fisico, si tratta solo di un oggetto puramente matematico….e l’unica cosa certa è la probabilità…

 

è scoraggiante, tanto più perché queste affermazioni sono state fatte da studenti universitari, non dal primo che passa! Devo proprio pensare che oggi la scienza sta toccando i suoi minimi termini conoscitivi, perché Conoscere è Essere, e oggi più che in passato è tutto un fiorire caleidoscopico dell’apparire. Massima espressione di questa “filosofia” dell’apparire sta proprio nel tanto decantato Principio d’Indeterminazione, basta vedere come viene costantemente bistrattata e straziata la Madre Scienza dalla figliastra tecnologia, per rendersene subito conto.

Non voglio dire che la tecnologia non serve, tuttaltro! Intendo solo mettere in evidenza la necessità improrogabile di considerare l’essere umano nella sua globalità fisica, psicologica e spirituale. Oggi la logica dello scienziato si ferma all’uomo psichico. Forse nemmeno questa “finestra” è ben conosciuta da questa classe di supermen, anzi…nemmeno il grossolano fisico è noto alla scienza che si gongola nell’indeterminatezza assoluta, chiudendo gli occhi davanti alla Legge Universale di Causa-Effetto.

Ai partecipanti del forum consiglio vivamente di leggere qualcosa di più su Todeschini.

Alla fine del XIX° secolo la scienza viveva nell’incertezza; era spaccata tra coloro che sostenevano la filosofia dell’Etere e quelli che invece sostenevano la filosofia del Vuoto. Molti fenomeni infatti si spiegavano con il “pieno” e molti altri con il “vuoto”. A questo punto entrò in scena Einstein con le sue Teorie, che furono accettate senza alcuna verifica pur di uscire da quella miserabile situazione….…e , secondo me, fu il disastro totale!

Perciò bisogna anzitutto esaminare le origini e le basi della teoria di Einstein per rendersi conto di ciò che lui ha sempre “affermato” e mai “dimostrato”!

Perché se le fondamenta risultassero errate, tutta la sua teoria crollerebbe come il castello dei sogni fatto di carta velina.

Tutto ciò è stato fatto, approfondito e sperimentato dal Prof. Todeschini con gli “Esperimenti decisivi per la fisica moderna”, che si possono facilmente trovare in qualsiasi Bilioteca Nazionale e nel sito www.nuovaricerca.org.

Tuttavia la cosa più nota di Einstein è l’equivalenza tra la materia e l’Energia: E = mC2 che egli pone a base di tutta la sua teoria. Teoria e non pratica, per cui solo ragionamenti .

Per meglio spiegare l’argomento, penso che la cosa migliore sia riportare direttamente le parole del Prof. Marco Todeschini.

 

Dall’estratto di: <<ATTI DELL’ATENEO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI>> Volume XXXIV – ANNI 1968-1969, si legge da pagina 24 a pagina 28:

 

Cominciamo perciò a vedere come con la spaziodinamica si possa spiegare il sistema atomico che è la base di tutta la materia. Nelle mie pubblicazioni ho dimostrato che l’atomo è costituito da una sfera centrale di spazio fluido (nucleo) che ruota su se stessa alla velocità √2 volte superiore a quella della luce e trascina in movimento, per attrito, lo spazio fluido circostante che si muove, suddiviso come una cipolla, in strati sferici concentrici di spessore costante, aventi velocità di rotazione inversamente proporzionali alla radice quadrata del loro raggio (1/√R). La serie di strati sferici mobili concentrici tra il nucleo e la superficie esterna di sponda, ove il moto si estingue per eccesso di attrito rispetto al residuo della forza centrale, costi-tuisce il campo rotante di forza centripeta dell’atomo. Tra questi strati aventi velocità degradanti verso la periferia, si genera, per effetto dell’accartocciamento, la rotazione di piccole sfere di spazio fluido che costituiscono gli elettroni. Questi, ruotando su se stessi, ed essendo investiti dalla corrente circolare di spazio fluido del campo, sono soggetti all’Effetto Magnus che ne inclina l’asse rispetto al piano di rivoluzione. Perciò essi risentono di una spinta F che si può scomporre in altre tre: una Ft tangente alle linee di moto circolari che provoca e mantiene il moto di rivoluzione dell’elettrone intorno al nucleo centrale; una Fc diretta verso il centro del campo che equilibra la forza centrifuga che l’elettrone sviluppa per effetto del suo moto di rivoluzione; ed una Fm diretta in senso normale alle prime due.

1)  La forza Ft diretta in senso tangenziale, spingendo l’elettrone a descrivere la sua orbita, ha perciò l’ufficio di una forza elettromotrice.

2)  Quella Fc spingendo l’elettrone verso il centro ha perciò il medesimo effetto di una forza gravitica.

3)  La forza Fm normale alle prime due si identifica con la forza magnetica che si manifesta vicino ai poli di rotazione dell’elettrone.

Ho così svelato che le tre forze: ELETTRICA, GRAVITICA E MAGNETICA, hanno oggettivamente la stessa natura fisica, sono della medesima qualità, essendo le tre componenti ortogonali dovute all’Effetto Magnus della forza fluidodinamica, la quale è l’unica che domina la materia, dalle sue particelle granulari più piccole sino alle galassie.

Con una serie di equazioni matematiche che spiegano e sono in armonia con quelle di Maxwell, ho potuto stabilire le relazioni tra le forze elettriche, magnetiche e gravitiche in funzione di quelle fluidodinamiche, raggiungendo così l’unificazione fisica ed analitica dei tre misteriosi campi in quello spaziodinamico, che è il solo reperibile nel mondo oggettivo.

Gli atomi, il loro nucleo e tutte le particelle che lo costituiscono risultano quindi ciascuna formata da una serie di sfere concentriche di spazio fluido, aventi diametri e velocità di rotazione specifiche, ma formate tutte di un’unica sostanza, verità questa che nel 1956 ha poi ricevuto l’autorevole conferma del premio Nobel Heisemberg al Congresso di fisica di Lindau.

Resta così svelato che ogni grano di materia non è altro che spazio fluido in rotazione rispetto allo spazio fluido ambiente. Più grande è la velocità di rotazione del nucleo atomico, maggiore è il diametro del campo che lo circonda e dell’atomo che forma, maggiore la sua forza di attrazione, il suo peso, la sua durezza.

Con questo modello ho potuto spiegare chiaramente come sorgono le caratteristiche energetiche e fisico-chimiche dei singoli atomi, elaborando una scienza atomica ed una chimica nuove, basate esclusivamente sulla spaziodinamica. Molti fenomeni oscuri sono stati così svelati.

Così ad esempio quello dell’energia atomica: la famosa equazione dell’equivalenza tra materia ed energia:                                               E = mC2

che ha dato luogo all’invenzione della bomba atomica. Alla stessa formula di Einstein si arriva anche considerando che qualsiasi qualità di energia ha per corrispondente nel mondo fisico oggettivo solamente energia cinetica E, la quale è equivalente al prodotto di una massa (m) per il semiquadrato della sua velocità V, cioè:

E = ½ mV2

Che è l’equazione della forza viva trovata da Leibniz.

 

Da quanto sopra emerge che il significato fisico della famosa equazione di Einstein, come ha dichiarato apertamente il premio Nobel Oppenheimer al Congresso dell’atomo svoltosi a Ginevra nel 1955, è restato oscuro per tutti gli scienziati, compreso lo stesso Einstein, appunto perché nessuno è riuscito a spiegare come dalla materia IMMOBILE possa uscire tanta energia, perché questa energia non abbia massa materiale e perché c’entri la velocità C della luce con la materia. Perciò sorge legittimo il pensiero che la famosa equazione debba essere dedotta da concezioni ben differenti da quelle della pseudorelatività.

Vediamo se essa può essere dedotta dalla mia teoria. Da questa, come ho accennato, risulta che il nucleo atomico è un vortice di spazio fluido che trascina in rivoluzione attorno al suo centro le sue particelle costituenti (nucleoni) ad una velocità V che è √2 volte superiore a quella della luce C, cioè:

V = √ 2 C

L’energia cinetica E di tali particelle di massa (m) si ha quindi immediatamente sostituendo a V il suddetto valore, cioè:

 

                                                         E = ½ m (√ 2  C ) 2 = m C 2

 

 

Poiché questa espressione si identifica perfettamente con quella di Einstein, resta dimostrato che la famosa equazione dell’equivalenza tra materia ed energia si può ricavare anche dalla mia teoria, applicando la formula della forza viva che Leibniz trovò sin dal millesettecento, sen-za ricorrere alla teoria di Einstein, che oltre a rendere incomprensibile il significato dell’equa-zione in parola, è in contrasto con la relatività di Galileo, con la geometria di Euclide e con tutti gli altri rami classici della matematica! Infine, l’esistenza nel nucleo atomico di particelle che hanno velocità superiore a quella della luce, chiamati TACHIONI, è una realtà sperimentale incontrovertibile che smentisce in pieno il postulato di base della teoria di Einstein, la quale è basata TUTTA sul principio errato che nulla può superare la velocità C della luce.  “

 

La  conclusione di Einstein venne messa in discussione immediatamente da svariati scienziati di tutto il mondo, anche dagli stessi suoi iniziali assertori!

 

Mi ritengo innanzitutto un ricercatore spirituale. Dalla mia esperienza pluriennale ho potuto constatare che Spirito e Scienza vanno a braccetto: la dimensione dello Spirito non è per nulla in contrasto con la Scienza, anzi quest’ultima tende naturalmente allo Spirito, ed è proprio in ciò che la Fisica si evolve fino a raggiungere i massimi sistemi della Metafisica, dove il termine Scienza può degnamente essere scritto con l’iniziale maiuscolo.

Con ciò non si sminuisce minimamente la luminosità, la Realtà-in-Sé della spiritualità, come invece teme erroneamente Amaranthus, che ritiene “…inutile dimostrare qualcosa di puramente spirituale con una forma matematica… sarebbe come spiegare i miracoli… con un 2+2…”, perché il sottoscritto non ha mai pensato di dimostrare, né con formule né con logica, la Realtà Spirituale, per il semplice fatto che la spiritualità è la nostra stessa Realtà, la nostra Consapevolezza, la nostra Coscienza Trascendente che si esprime nelle dimensioni ad Essa stessa sovrapposte, chiamate mondo sottile o psiche, e mondo grossolano o fisico. La nostra Realtà Spirituale è Verità assiomatica incontrovertibile, quindi indimostrabile ed innegabile!

Il mio pensiero si è espresso in questi termini matematici solo per dimostrare l’intima connessione tra la dimensione sottile e quella grossolana, e l’ego non è altro che il termine di questa connessione. E’ esattamente questa verità oggettiva che ho voluto dimostrare, avvalendomi della geniale opera di Todeschini. Lo Scienziato fisico e matematico è lui, certo non io!

La Teoria delle Apparenze e la Psicobiofisica di Marco Todeschini mi hanno molto facilitato la comprensione dei “princìpi primi” della Natura, fondamentali per cercare di capire molte espressioni esoteriche delle Sacre Scritture, occidentali ed orientali.

Come alle apparenze fenomeniche dello Spaziofluidodinamico todeschiniano corrispondono le “forme fisiche”, così alle apparenze fenomeniche dello Spirito corrispondono i vari stati di coscienza con tutte le rispettive identificazioni, di cui Veglia, Sogno e Sonno profondo sono i tre stati principali e più noti.

In realtà tutto è apparenza fenomenica solo dello Spirito Supremo, il o Atman: tutte le forme fisiche e tutti gli stati di coscienza, perciò è vitale, per chiunque sappia discriminare, essere consapevole che la conoscenza senza saggezza accresce solo l’ego, senza beneficio alcuno per il conoscitore, la conoscenza e il conosciuto. Non solo conoscenza dunque, ma saggia discriminazione tra l’essenza e l’apparenza, il Sé e il non-Sé, la Verità e il veritiero.

Non voglio andare oltre per non allungare troppo l’articolo. Del resto basta cercare nel sito www.nuovaricerca.org per trovare più chiarimenti nello scritto “PARLERANNO LE PIETRE” e nell’opera omnia di Marco Todeschini, che meglio di me spiega l’amico Fiorenzo Zampieri.

 

 

 

 

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V. Troilo (05/06/05) - © A.C.N.R.