QUATTRO SALTI CON LA MUSICA MYSTERIOSA (QUARTA PARTE)

 

MUSICISTI DEL MYSTERO

 

Amadeus Mozart, muratore d'eccezione. Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) deve il suo ingresso in massoneria al barone Otto von Gemmingen, gran maestro della loggia Zur Wohltåtigkeit ("Alla beneficenza") da lui fondata. L'iniziazione al grado di apprendista (Lehrling) avvenne il 14 dicembre 1784, accompagnata dall'esecuzione di una cantata composta dallo stesso Mozart qualche tempo prima, ispirata a ideali massonici. Al secondo grado, quello di compagno (Geselle), Mozart fu elevato il 7 gennaio 1785, ma in un'altra loggia, la Zur wahren Eintracht ("Alla vera concordia") fondata dal barone Ignaz von Born, geologo di chiara fama, che diede un fondamentale contributo negli studi sui misteri dell'antico Egitto, e che ispirò a Mozart la figura del saggio Sarastro nel Flauto magico. Il compositore salisburghese raggiunse il grado di maestro (Meister), il massimo a cui possono accedere gli adepti, il 22 aprile 1785 nella loggia Zur gekronten Hoffnung ("Alla speranza incoronata"), probabilmente assieme al padre Leopold. In questa loggia Mozart presentò la Maurerische Trauermusik (musica funebre massonica), che fu eseguita durante una cerimonia di investitura, e associata da tutte le tradizioni iniziatiche al passaggio dalla morte alla vita. L'accordo finale del brano crea infatti un'effetto solenne ricollegabile al concetto di resurrezione.

Altre opere di ispirazione massonica sono un lied (canzone) dal titolo An die Freude, che poi Beethoven musicherà per la nona sinfonia ("Inno alla gioia"), Thamos Konig in Aegypten, la cantata Die Maurerfreude e l'Adagio e fuga in do min. e, soprattutto, il Flauto magico., vera e propria "summa" della musica massonica.

Il mystero più famoso associato a Mozart è senza dubbio quello della sua morte. Nel 1791 un ignoto cliente gli commissionò una messa da requiem, e Mozart, già malato, probabilmente si convinse che era destinato al proprio funerale. Così accadde: morì il 5 dicembre 1791, e immediatamente si diffuse la voce (mai provata) che qualcuno l'aveva avvelenato. Dopo un funerale poverissimo (e in segreto) alla Cattedrale di Santo Stefano, fu seppellito in una fossa comune del cimitero di Saint Marx; sembra che, da secoli, i becchini si tramandino il suo cranio come una preziosa reliquia (Vedere, a questo proposito, Martin Mystère Special N. 8, che racconta l'altrettanto straordinaria vicenda del teschio di Haydn).

Fu davvero ucciso? Perché venne gettato in una fossa comune come prevedeva la legge, nonostante che tra i suoi ammiratori ci fossero nobili e ricchi che potevano offrirgli una degna sepoltura? Sulla fine di Mozart esiste una teoria davvero mysteriosa, condivisa da alcuni musicofili. Perseguitato dai debiti, Mozart decise che l'unico sistema per liberarsi dei suoi problemi era quello di scomparire. Con la complicità della moglie orchestrò la sua finta morte; al cimitero venne sepolto un poveraccio qualunque, che venne gettato in una fossa comune per evitare eventuali controlli.

Mozart si recò in Italia , dove continuò a comporre sotto numerosi falsi nomi. Ad un certo punto si mise in contatto con un promettente musicista italiano, Gioacchino Rossini (1792-1868), il quale poteva garantirgli la diffusione delle sue opere, in quanto direttore del Teatro San Carlo ed altri teatri napoletani. La maggior parte delle opere di Rossini sarebbero dunque state composte da Mozart; nel 1829, dopo il Guglielmo Tell, il maestro italiano smise improvvisamente di scrivere opere. Mozart sarebbe infatti morto davvero, a settantatre anni di età, e Rossini non se la sentiva di continuare da solo.

Discografia consigliata: i già citati Die Zauberflöte (Il flauto magico), Maurerische Trauermusik, Adagio e fuga in do minore.

 

 

COMPLOTTI MUSICALI

 

L'improbabile vicenda di Mozart/Rossini non è l'unico "complotto" che di tanto in tanto, qualche musicofilo asserisce di aver scoperto. Una delle cospirazioni più ricorrenti è quella che riguarda la (presunta) falsa attribuzione di opere di grandi maestri: non sarebbe stato Mozart (o Bach, o Haydn, o chi volete) a scrivere il tal brano, bensì un oscuro musicista italiano (o francese, o inglese, o tedesco) cui l'opera è stata attribuita da storici in malafede per creare un alone di gloria intorno a un musicista del proprio paese.

In teoria, simili false attribuzioni sono possibili.

Dal XVI secolo si sviluppò la figura del "maestro di cappella", che doveva comporre musica per le celebrazioni che si svolgevano nella cattedrale dalla quale era stipendiato. Nel secolo successivo per maestro di cappella si intendeva anche il compositore di corte di re ed imperatori (solo nella cattolicissima Spagna mantenne un legame inscindibile con la chiesa). Ora, va considerato che raramente i maestri di cappella firmavano le loro opere, e che spesso si inviavano reciprocamente le composizioni per aggiornarsi sui lavori dei colleghi. Ecco perché nell'archivio della cappella dove lavorava un tale compositore ancor oggi si possono ritrovare composizioni di altri maestri di cappella in servizio altrove, però spesso non autografati. Se consideriamo che all'epoca non esisteva la tutela del diritto d'autore, risulta possibile che qualche musicologo abbia attribuito a un musicista un brano in realtà non suo per il semplice fatto di averne trovato lo spartito insieme agli altri di sicura attribuzione. Quello della storiografia musicale "ufficiale" è tuttavia un mondo molto chiuso, che accetta con grande difficoltà la possibilità di aver commesso errori. Un "accademico" che avesse la certezza di aver scoperto un'errata attribuzione rischierebbe, parlandone, di essere isolato dai colleghi; il parere di un "non accademico" non verrebbe neppure preso in considerazione, cosicché, molto difficilmente, assisterete a scoperte sensazionali.

 

Richard Wagner: mistico o razzista? Pur non avendo mai avuto il minimo contatto con l'alchimia, la rigenerazione dell'uomo attraverso l'Arte fu al centro del pensiero di Richard Wagner (1813 - 1883). Per realizzare la sua "Grande Opera", elaborò una tecnica di composizione musicale libera da schematismi, il cosiddetto Wort-Ton-Drama, in cui fuse musica, poesia e arte drammatica, le tre espressioni artistiche più sublimi.

La lettura di Schopenhauer e la conoscenza personale con Nietzsche gli permisero di diventare una figura di assoluto rilievo nel panorama intellettuale del secondo ottocento, caratterizzato da un profondo pessimismo metafisico. A poco a poco il maestro elaborò uno stile compositivo, assolutamente inconfondibile, caratterizzato da melodie che sembrano "venire dal nulla e non avere fine", e da leitmotiv, cioè da temi musicali associati a personaggi, oggetti e situazioni, sulla ricorrenza dei quali si basa lo svolgersi delle opere. Le quali non sono semplici rappresentazioni ma veri e propri riti, che, come nel Parsifal, traspongono in musica motivi religiosi appartenenti sia al cristianesimo che al buddismo, letti in chiave spirituale filosofica e non confessionale. Riti che, perciò, avrebbero dovuto essere officiati in un tempio adatto: siccome non ne esisteva al mondo nessuno, Wagner lo progettò interamente e se lo fece costruire da Ludwig II di Baviera a Bayreuth: qui dal 1876 si sarebbero dovute eseguire esclusivamente le sue opere. In effetti il teatro Wagneriano di Bayreuth è unico al mondo, sia come struttura architettonica, sia come acustica. A causa di particolari risonanze della sala, il suono dell'orchestra (che sta in buca nascosta al pubblico e che venne definita "golfo mistico") giunge agli spettatori senza che essi ne capiscano la provenienza. Il pubblico viene quindi avvolto "misteriosamente" dai suoni, che possono così più agevolmente stimolare l'inconscio.

Wagner fu considerato un fondamentale riferimento per il sentimento nazionalistico tedesco che avrebbe portato al III Reich e all'olocausto, sia per aver scritto, nel 1850, il saggio Il giudaismo in musica, dove criticava aspramente l'arte ebraica, ma anche per l’incessante e fanatica teorizzazione della purezza del sangue che pervade tutte le sue opere. Non a caso Hitler dichiarerà di aver avuto le prime visioni dell’impero assistendo a una rappresentazione di Lohengrin, e Chaplin nella parodia de Il grande dittatore utilizza il preludio di questa opera nella famosa scena della danza con un pallone con le sembianze del mondo.

La nuora di Wagner, moglie del figlio Sigfried, fu artefice dell’introduzione di Hitler negli ambienti della borghesia tedesca all’alba degli anni ’20, e oggi l’unico discendente della famiglia ad essere schierato apertamente contro gli ideali nazisti, che ancora sopravvivono da quelle parti, è il bisnipote del compositore, cioè Gottfried Wagner.

Discografia consigliata: Das Liebesmahl der Apostel (L'agape degli apostoli), Parsifal, Lohengrin, Der Ring des Nibelungen (L'anello del Nibelungo), formato da quattro opere (L'oro del Reno, La Walkiria, Sigfrido, Il crepuscolo degli dei).

 

Claude Debussy, il Gran Navigatore. Secondo Baigent, Leigh e Lincoln, gli autori del fortunato libro II Santo Graal, i discendenti della stirpe dei Merovingi sono giunti sino alla nostra epoca protetti da una società iniziatica chiamata Priorato di Sion (Vedere il Dizionario dei Misteri N. 12). Ebbene, gli autori sostengono che uno dei Gran Maestri (o Navigatori) del Priorato sarebbe stato Claude Debussy (1862 - 1918) succeduto a Victor Hugo e seguito da Jean Cocteau. Vero o falso? Difficile a dirsi. Pur se nato in una famiglia umile, Debussy ebbe presto contatti con persone ricche ed influenti, conosciute nel corso dei suoi numerosi viaggi. Era un individuo assai riservato, e non sappiamo molto sugli argomenti di questi incontri; una cosa però è certa: alcune sue lettere sono scomparse e in quelle pubblicate sono molte le cancellazione e i brani mancanti. Per quale ragione?

Debussy conobbe Victor Hugo probabilmente tramite il poeta simbolista Verlaine, incontrò Bérenger Saunière (il misterioso parroco di Rennes-le-Château), Emma Calvé (diva appassionata di esoterismo), Stéphane Mallarmé (poeta simbolista che gli ispirò il poema sinfonico Prélude à l'après-midi d'un faune), Maurice Maeterlinck (drammaturgo simbolista che collaborò al Pelléas et Mélisande, le cui scenografie furono disegnate da Cocteau), il conte Philippe Auguste Villiers de l'Isle-Adam (autore del dramma rosacrociano Axel che la morte impedì a Debussy di musicare). Ebbe contatti con il marchese Stanislas de Guaita, fondatore dell'Ordine Cabalistico della Rosacroce, con il satanista Jules Bois, amico ed ispiratore di quel MacGregor Mathers che ideò l'Ordine della Golden Down (la cui fondazione, 1887, fu associata la comparsa di Jack lo squartatore, e alla quale partecipò anche Aleister Crowley), e con il dottor Gérard Encausse, noto come Papus, il cui trattato sui tarocchi è ancora oggi considerato fondamentale. Infine fu certamente in stretto rapporto con Joséphin Péladan, che aveva fondato l'Ordine Cattolico della Rosacroce, del Tempio e del Graal, il cui maestro di cappella fu Erik Satie.

Debussy fu molto influenzato dai letterati impressionisti e post-impressionisti come Mallarmé, Verlaine, Rimbaud, inoltre la musica di Wagner gli indicò la strada verso una libertà musicale indispensabile per applicare alla musica le sue conoscenze iniziatiche. Per ottenere ciò fece uso delle scale musicali medievali e di quelle di tradizione orientale, nelle composizioni sinfoniche potenziò l'uso di strumenti dal suono carico di simbolismo, come l'arpa, la celesta, le percussioni. La musica di Debussy riesce a creare suggestioni talmente stimolanti che alcuni lo hanno definito "autore di immagini sonore": ciò si inserisce pienamente nel contesto dell'arte simbolista, secondo la quale ogni immagine artistica non si limita a riflettere le apparenze del mondo, ma, tramite una serie di suggestioni, rinvia a un altro mondo che sfugge alla comprensione razionale. Le sue composizioni sono rese originalmente mysteriose anche per mezzo di un uso particolare del tempo musicale, come abbiamo visto in altre parti del dizionario, sempre elemento comunicativo determinante. Esso viene scisso in istanti più o meno duraturi, senza un'origine e una fine, che esprimono  la concezione della caducità del tempo cara a certo simbolismo.

Discografia consigliata: La Damoiselle élue, Cinq poémes de C. Baudelaire, Prélude à l'après-midi d'un faune, Pelléas et Mélisande.

 

Erik Satie, artista cavaliere. Compositore dalle innate inclinazioni mistico-esoteriche, Erik Satie, (1866 - 1925) fu "maestro di cappella" dal 1891 al 1892 presso l' Ordine cattolico della Rosacroce del "Tempio e del Graal" fondato da Joséphin Péladan a Parigi nel 1890 (Vedere il Dizionario dei Misteri N.12). Péladan, fondendo medievalismo, teosofia e misticismo, favorì la ricerca spirituale delle Arti, perché: «..l'Artista è un cavaliere in armatura, impegnato nella simbolica ricerca del Graal.». Questa "crociata ermetica" si concretizzò in alcune mostre annuali, in una compagnia teatrale specializzata in rappresentazioni di soggetti simbolico-esoterici: in questo contesto avvenne l'incontro con Debussy.

Per evitare la corruzione e il compromesso, tipici della sua epoca Satie scelse di vivere solo, in povertà, lottando contro la decadenza estetica e morale, il romanticismo e il cosiddetto neo-wagnerismo, spesso autodefinendosi: «..molto giovane in un tempo molto vecchio...».

Il suo stile compositivo ricorre spesso all'utilizzo di armonie arcaiche, di ritmi statici, di melodie gregoriane e medievaleggianti, ispirandosi alla mistica gotica come nei due brani Danses Gothiques e Pages mystiques. Di matrice rosacrociana sono la Messe des pauvres, Le fils des étoiles, le Sonneries de la Rose-Croix, tutte con riferimenti al misticismo che già si evidenzia in alcune opere giovanili. Nel 1891 Satie compose il dramma esoterico Prélude de la porte heroique du ciel, mentre risale al 1917 la composizione del balletto Parade, che gli fu proposto da Jean Cocteau (che il già citato Santo Graal dei Baigent, Leigh e Lincoln vorrebbe, per un certo periodo, a capo del Priorato di Sion), già scenografo nel Pelléas di Debussy.

Discografia consigliata: tutte le opere appena citate.

 

 

MUSICAL MYSTERY TOUR

Curiosità e trivia del mondo musicale

 

Speriamo di non proporvi la solita solfa. Ecco alcuni termini del gergo musicale che sono passati, più o meno mysteriosamente, nel linguaggio quotidiano.

 

- Antifona: ritornello cantato all'inizio e alla fine di un salmo, quindi ripetuto un certo numero di volte. Ecco che capire l'antifona sta' ad indicare l'esatta comprensione di un discorso allusivo, o di un concetto assai ripetuto.

- Assolo: brano musicale eseguito da un solo strumento o da una sola voce, con o senza accompagnamento. Traslato, soprattutto nello sport, è l'impresa di un solo uomo.

- Bischero: legnetto sagomato posto sull'estremità superiore degli strumenti a corda per fissare, allentare o tendere le corde. Nel toscano volgare, a causa della sua forma, indica l'organo sessuale maschile, e designa gli imbecilli, gli sciocchi.

- Bolero: danza spagnola di antica origine. I danzatori indossavano un corto giacchetto staccato sopra la cintura, che poi è entrato nella moda dei giorni nostri, conservando il nome della danza originaria.

- Cantilena: anticamente era sinonimo di salmodia nel repertorio cristiano primitivo, poi nel medioevo è indica un canto sacro e liturgico, poi un canto di carattere epico o lirico. Oggi è inteso come un canto prolungato e monotono su un tema musicale, che nel linguaggio figurato diventa discorso noioso e prolisso, a volte anche intonazione monotona di chi legge.

- Comprimario: nel teatro musicale indica un ruolo secondario a fianco dei protagonisti, così anche nel linguaggio comune si intende la persona che non ricopre incarichi di primo piano.

- Concertare: significa preparare e coordinare un gruppo di strumentisti prima di una esecuzione. Il termine traslato si trasforma in ordire, macchinare per lo più in segreto.

- Contrattempo: contrasto ritmico generato dall'alternanza di una pausa sul tempo forte e di nota una sul tempo debole. Oggi è inteso anche come avvenimento di scarsa gravità che però causa disagi ed impedimenti.

- Coro: sin dall'antica Grecia animava le rappresentazioni teatrali. Si intede gruppo di più persone che cantano, che quindi, per estensione, può anche essere inteso come parole, giudizi, ingiurie pronunciate contemporaneamente da molti individui (es: risposero in coro, un _ di proteste)

- Cotillon: danza francese simile alla quadriglia, in voga nell' ottocento come danza conclusiva delle feste, al termine della quale i ballerini si scambiavano dei doni. Oggi conservano questo nome i regali offerti durante una festa da ballo.

- Crescendo: in un brano musicale è il progressivo passaggio dal piano al forte, nel linguaggio comune è il graduale aumento di intensità (es: un crescendo di applausi)

- Gamma: lettera dell'alfabeto greco che sino al medioevo stava ad indicare il suono più grave che si poteva emettere, in seguito indicò un'intera serie di suoni, diventando un sinonimo di scala. Con l'espressione una vasta gamma di qualcosa oggi si intende un'ampia possibilità di scelta all'interno dello stesso genere di cose.

- Glissando: effetto sonoro che si ottiene facendo scivolare (dal francese glisser) le dita, la mano o altro sulla tastiera o sulle corde di uno strumento. Questo effetto è particolarmente delicato e leggero, come, nel linguaggio figurato, si intende l'atto di uscire abilmente da un discorso da parte di un abile oratore, senza che gli ascoltatori se ne accorgano.

- G String. E' la "corda G" (sol) del violino, ma questo termine riesce sempre a far ridere i musicisti americani: nel mondo dello strip-tease designa, infatti, il triangolino di tela con cui le spogliarelliste si coprono il pube. Perché scegliere proprio il nome di una nota per designare quell'indumento? I violinisti che se lo domandano non sanno che in realtà la "G" è una errata trascrizione di "Gee", nome indiano di una sorta di perizoma, e, una volta tanto, la musica non c'entra per nulla.

- Ictus: nella metrica quantitativa latina e per conseguenza in quella musicale antica indicava l'accento ritmico indipendente dall'accento tonico delle parole, quindi era simbolo di uno spostamento dell'accento, così come è improvvisa quell'insorgenza di gravi disturbi celebrali che la moderna medicina designa con questo termine.

- Inno: è il canto in onore di una divinità o di un eroe, presente nella letteratura greca e latina, che con il passare dei secoli definì anche un tipo di composizione in versi da eseguire nella liturgia romana, poi nelle letterature moderne un componimento lirico di ispirazione civile o religiosa, infine nel linguaggio figurato un discorso di carattere celebrativo.

- Leitmotiv: tema musicale ricorrente, con specifico riferimento ad un personaggio, un oggetto, un sentimento ed altro. Ne è piena la musica di Wagner ed il repertorio dei poemi sinfonici. Per estensione si intende un argomento ricorrente nella tematica di uno scrittore, un pensatore. Talvolta è utilizzato come sinonimo di filo conduttore ( es: il leitmotiv di una serata).

- Orchestrare: è l'arte di scrivere le parti destinate a ciascuno strumento dell'orchestra per l'esecuzione. Nel linguaggio figurato si riferisce alla capacità di organizzare (es: orchestrare un romanzo; _ una cerimonia).

- Parodia: l'etimo è di derivazione greca (parola composta da somiglianza e da canto) nel medioevo e nel rinascimento (soprattutto nell'ambito della musica religiosa) era l'adattamento di un testo letterario ad una melodia strumentale o la sostituzione di un testo con un altro in un brano vocale. Più recentemente si intese con questo termine una composizione che contraffà con intenti comico-satirici un'opera già conosciuta. Per estensione oggi determina una brutta imitazione.

- Solfa: unione delle note SOL e FA, prima e settima della scala, dal grave, su cui era praticata la solmisazione, metodo didattico musicale che abbiamo già incontrato descrivendo l'opera pedagogica di Guido d'Arezzo. Anticamente si intendeva quindi la gamma - qui già definita - sonora, lasciò poi spazio a solfeggio. L'antica espressione cantar la solfa viene oggi ripreso dal linguaggio figurato nel senso di suono insistente e noioso, o di discorso che si ripete alla noia (es: è sempre la solita _).

- Sordina: congegno per attutire i suoni di forma e funzionamento variabile a seconda dello strumento al quale viene applicata. Per estensione si intende ciò che avviene senza fare rumore, non ecclatante.

- Trallallero: questa espressione che ci è assai familiare deriva da una forma di canto popolare ligure, in cui si esibiscono più voci: una acuta, definita donna, da una voce principale, tenore, e un basso, che può anche imitare l'accompagnamento di una chitarra.

 

Codici segreti. In molti vecchi film di spionaggio, il cattivo trasmetteva messaggi segreti al proprio complice mediante un brano musicale in codice. Un ingegnoso espediente letterario? No. Il rapporto tra note, numeri, lettere e musica affascinò molti celebri compositori.  Bach ne era particolarmente attratto: poiché il "12" è un numero caro alla Chiesa, compose 12 corali nella Passione secondo Matteo, con melodie formate da 12 note. Nel corale Vor deinen thron tret'ich, sempre Bach scrisse la prima frase del soprano utilizzando 14 note, mentre l'intera melodia ne conta 41: ebbene 14 rappresenta la "somma numerologica" delle lettere che compongono il nome Bach (essendo la nota la=A=1, la nota Si=B=2, eccetera), mentre 41 è la "somma" del suo nome per esteso.

In Germania e nei paesi anglosassoni le note sono indicate con lettere dell'alfabeto anzichè con il loro nome tradizionale come nelle notazioni precedenti a Guido d'Arezzo. Associando certe note/lettere secondo particolari chiavi di lettura, da brani musicali è possibile ricavare messaggi "in chiaro". Anche in epoche recenti alcuni autori hanno composto musica prendendo spunto da nomi e frasi, dando origine ai cosiddetti soggetti cavati, la cui comprensione non è però necessaria per godere la bellezza estetica dei brani.

 

 

P. Colombo (14/11/04)

 

 

 

 

 

Glossario.

 

¨ Accordo gruppo di tre o più note eseguite simultaneamente e che "stanno bene" insieme, cioè hanno un'intonazione piacevole all'ascolto.

¨ Alterazioni   spostano leggermente in alto (diesis) o in basso (bemolli) l'intonazione delle note della scala naturale: per intenderci sono le note nere del pianoforte

¨ Chiave simbolo grafico posto sullo spartito all'inizio del brano. Permette di determinare l'altezza melodica delle note sul pentagramma.

¨ Ottava successione in scala di otto suoni, il primo e l'ultimo dei quali sono omonimi (esempio Do-Re-Mi....Si-Do), ma il secondo è più alto (acuto) del primo.

¨ Partitura libro su cui sono scritte le parti affidate a tutti gli strumenti (ad esempio di un'orchestra). Si distingue dallo spartito, perché esso riporta esclusivamente la parte di un solo strumento.

¨ Scala successione ascendente di sette note (ma nei greci era discendente), alle quali se ne aggiunge un'ottava che, come già visto, chiude il percorso riproponendo la prima nota.

¨ Triade accordo formato da tre note in un certo rapporto che genera una piacevole armonia. Il suo "pervertimento", il  Diabolus in musica  invece risulta sgradevole all'ascolto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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