CROP CIRCLES FRA LEGGENDA E SCIENZA

 

Che dire sui cerchi nel grano che non si sia ancora detto? Cosa pensare di un fenomeno di cui non si riesce a trovare il capo e quantunque questo venga trovato o comunque sfiorato, si aprono campagne denigratorie a tutto tondo senza esclusioni di colpi? A chi giova tutto ciò?
Vi sono alcuni dettagli non trascurabili su cui necessitano alcune precisazioni allo scopo di avere un quadro più veritiero del contesto generale. Certe verità date ormai per appurate sono da rivedere e l'informazione nel merito dell'argomento non è del tutto equidistante e si presta alle più svariate interpretazioni e speculazioni.
I primi crop circles si formarono nei campi di grano inglesi e manifestavano forme semplici ed essenziali come cerchi o anelli. In tempi successivi le forme si resero sempre più complesse e la diffusione aumentò in maniera esponenziale: dapprima in gruppi di cerchi disposti secondo geometrie ben definite, poi si evidenziarono dei raccordi sotto forma di sentieri che univano i singoli cerchi gli uni con gli altri fino ad arrivare gradatamente ad alcuni esempi di geometrie estremamente complesse; questo è quanto, per grandi linee, viene solitamente esposto nell'apertura di un qualunque resoconto che vorrebbe dare una definizione del fenomeno ma le cose potrebbero non essere proprio così.

ALCUNE VERITA’ SUI CERCHI NEL GRANO

Una passione irrefrenabile per le forme armoniose che caratterizzano i pittogrammi d'Inghilterra mi ha spinto ad approfondire la questione inerente il mistero che ne avvolge la storia.
Come accennato in prefazione si crede o si vuole che questo fenomeno sia circoscritto ad un periodo recente: spesso si parla di “mistero dei tempi moderni” ma qualcosa nella loro natura fa ritenere che sia ben più antico di quanto non si voglia pensare.
Le geometrie di cui si permeano sono, più spesso di quanto non si ritenga comunemente, evidentemente imprecise eppure concludono in un'armonia che genera figure di un fascino che definirei impropriamente “ipnotico”.
E' già sufficientemente dimostrato come le grafie dei cerchi nel grano ripropongano, attraverso legami geometrici che si rivelano essere elementi base di simbologie antiche come l'uomo.

E' appunto questo fascino antico ad avermi spinto nella ricerca relativa alla storicità dei “cerchi” allo scopo di verificare a quando effettivamente risalga la consapevolezza umana della presenza di questo e quale valenza sia stata, nel corso dei tempi, ad esso attribuita.

E' difficile dire con certezza quando i primi cerchi nel grano si siano evidenziati agli occhi degli uomini ma, questo è certo, non è un fenomeno che comincia negli anni '70 del XX secolo, non è un fenomeno che si manifesta sui campi di grano o esclusivamente sui campi di grano e non è molte cose universalmente accettate. Storicamente si trovano rare testimonianze disseminate nel tempo che comunque danno la sensazione che questo che noi chiamiamo "mistero della nostra epoca" sia in realtà qualcosa che esiste ed è noto da molti anni.

I pochi indizi trovati sono estremamente diluiti nel tempo e nei luoghi al punto da rendere pressoché impossibile, allo stato attuale dei fatti, ogni qualsivoglia tentativo di congiungimento degli eventi a formare una vera e propria storia ma la sensazione è che esistano molti punti ancora oscuri da chiarire. Pertanto questo “excursus” dei fatti avrà la sola e comunque non indifferente valenza di smentita di una verità ad oggi considerata inconfutabile, ossia che i cerchi nel grano siano un mistero dei tempi moderni.

DAL RACCONTO BIBLICO AL MEDIO EVO

Riguardo al periodo in questione, oltre ad essere estremamente rare, sono anche piuttosto vaghe le notizie inerenti presunte testimonianze relativamente alla formazione ed alla natura dei cerchi nel grano pertanto questa prima parte è da prendersi con beneficio d'inventario. Tuttavia il primo caso citato mostra alcuni sorprendenti aspetti che lasciano intendere come il cerchio si possa essere formato anche in epoche estremamente remote.
Esso ci giunge attraverso la narrazione biblica della Genesi allorquando Giuseppe, figlio prediletto di Israele sognò e raccontò ai suoi fratelli.

Genesi 37,7 - “Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand'ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio”

Si tratta di un verso di cui si possono dare interpretazioni simboliche disparate ma che messo a confronto con i fatti di cui siamo oggi a conoscenza diviene una sorta di testimonianza “ante litteram”, una prima evidenza di cerchio nel grano.

Successivamente Giuseppe narrerà di un altro sogno:

Genesi 37,9 - “Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre e ai fratelli e disse: Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me”

In seguito ai racconti di Giuseppe, i fratelli, decisero di liberarsene (Fig.1) gettandolo in un pozzo. Alla luce delle moderne testimonianze relative alla formazione di cerchi nel grano risulta estremamente indicativa la rappresentazione dei sogni di Giuseppe che nel corso del XIII secolo venne proposta all'interno della cupola del Battistero di San Giovanni di Firenze. Il quadro generale del mosaico, opera del Coppo di Marcovaldo, mostra come i due sogni vengano fusi in un'unica immagine: il grano inchinato, sovrastato da stelle.

Indubbiamente una suggestiva icona del naturale (Fig.2) quale tramite per il sovrannaturale (Firenze 1275 c.a.) che occhi figli del nostro tempo possono interpretare come una rappresentazione di quanto viene abitualmente riferito in tempi moderni relativamente alla formazione di cerchi nel grano: gli steli (venuti intorno) curvi verso un gruppo di steli ancora in posizione eretta, il momento notturno, la presenza di anomale luci tutt'intorno ...

Una recente interpretazione di un passo dei manoscritti del Mar Morto vorrebbe che nel racconto della nascita di Noè si possa fare riferimento al processo di formazione di cerchi ad opera della potenza divina.
Il passo in oggetto di seguito trattasi del Frammento n.3 di cui più; sotto la traduzione proposta nel volume “MANOSCRITTI SEGRETI DI QUMRAN” Di Hesemann e Wise

Frammento 3, Colonna 1 – Traduzione

1. della mano, due … esso lasciato un segno da …
2. orzo [e] lenticchie su …
3. e piccoli segni sulla sua coscia … [Dopo du]e anni
· sarà in grado di distinguere una cosa dall'altra …
4. nella sua giovinezza sarà … tutto di loro … [come
· un uo]mo che non sa nul[la, fino] al tempo in cui
5. avrà riconosciuto i Tre libri.
6. [Al]lora diver[rà] saggio e prud[ente …] una visione
· verrà su di lui mentre (sarà) sulle sue ginocchia (in preghiera).
7. E con suo padre e i suoi proge[nit]ori … vita e
· vecchiaia; acquisirà [lett:con lui saranno] consiglio e prudenza,
8. [e] conoscerà i segreti dell'umanità. La sua conoscenza
· si estenderà a tutti i popoli, e conoscerà i segreti di tutti i viventi.
9. [E tu]tti i loro piani contro di lui resteranno
· infruttuosi, e l'eredità spirituale per tutti i viventi si accrescerà.
10. [e tutti] i suoi [pi]ani [avranno successo]. Poiché
· egli è l'Eletto di Dio. La sua nascita e lo Spirito del suo fiato
11. … [i] suoi [pi]ani resteranno per sempre …
12. che …
13. pian[o …] ...

E' evidente come, sulla base del testo, che risulta estremamente frammentario, non si possa stabilire se il ”segno” citato nel primo verso, sia diretto verso gli “orzo e lenticchie” nominati nel secondo.
Trovandosi di fronte ad un testo di per sé ancora circondato da un alone di mistero può risultare relativamente semplice attribuire alle poche parole visibili significati convogliati verso
una direzione di ricerca prestabilita: in questo caso ritengo prudente rimanere in attesa di ulteriori verifiche attraverso un'analisi profonda dei documenti dell'epoca tesa alla ricerca di coincidenti immagini in contesti diversificati. I riferimenti, nel caso delle possibili testimonianze più antiche, sono quasi interamente reperibili nei testi sacri e forse in qualche antico trattato sul mondo della natura essendo l’insieme dei fenomeni chiamati in causa solitamente riconducibile a “volontà divina” e in coincidenza con evidenti effetti paralleli sul normale equilibrio del mondo vegetale e animale.

In tale direzione viene in aiuto uno stralcio gli Atti degli Apostoli (Atti 2:1,17: collegamento al testo C.E.I.)

Atti 2:19
Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra …

in cui Pietro enuncia della profezia di Gioele

Gioele 3:3
Farò prodigi nel cielo e sulla terra …

inducendo a pensare che il contesto in cui vivevano Gioele prima, Pietro poi, offrisse motivi di ispirazione per affermare di simili eventi come possibili e, indubbiamente, testimoniati e tramandati:

Atti 2:2
Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.

Atti 2:3
Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro;

Atti 2:4
ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.

Ciò che è scritto è la descrizione di un evento straordinario ma non sconosciuto a Pietro che enuncia circa la profezia di Gioele facendo riferimento ad analoghi eventi che vengono descritti nel Libro di Gioele preceduti da una minuziosa digressione sul rigoroso contesto ambientale in cui si verifica l’esposizione;(Gioele 1:1,20: collegamento al testo C.E.I. e seguito).

Come si può desumere dalla lettura dei versi sopra riportati, il messaggio espresso esplicitamente è relativo al raggiungimento di consapevolezza a seguito di un evento eccezionale.
Appare evidente la definizione che il testo fornisce per gli eventi, infatti si legge “apparvero loro lingue come di fuoco” che si dirigevano verso gli uomini fino compenetrarsi e avendo come conseguenza una “elevazione” dei soggetti al punto da far apprendere loro un linguaggio comprensibile, nella stessa misura, a genti provenienti dai quattro angoli del mondo.

Alla luce di quanto è posto in essere al momento attuale, l’unico linguaggio che ossa pregiarsi di tali qualità, è un linguaggio simbolico che funga da “lingua universale” con cui tramandare un messaggio.
Come questo linguaggio venisse espresso rimane argomento non esplicitato nel testo e quindi non ci rimane che immaginare alcune soluzioni all’enigma.
Dire che ciò sia sicuramente avvenuto attraverso la grafia, oppure anche attraverso l’arte o l’architettura è cosa nota ma ciò non esclude che siano esistite altre vie.

Argomentazione posta in essere quale ulteriore indizio di una storicità antica del fenomeno cerchi nel grano è relativo ad una serie di eventi verificatisi nel periodo che va dalla fine del VIII e l'inizio del IX secolo allorquando la credenza popolare voleva che determinati personaggi, denominati "Tempestarii" fossero in contatto con i "signori degli elementi", provenienti dalla regione celeste di Magonia, la comparsa delle cui navi scatenava le cosiddette "tempeste magiche", con grandine, folgori e tuoni che devastavano le messi…La battaglia nei confronti di questi "maghi"era stata poco prima pubblicamente avviata, in un editto steso dello stesso Carlo Magno cui seguì un documento redatto dal Vescovo Agobardo di Lione nel corso del primo decennio del IX secolo.

In questa regione tutti gli uomini, nobili e poveri, cittadini e villici, vecchi e giovani, ritengono che la grandine ed il tuono possano essere realizzate dalla volontà umana. Dicono infatti, dopo aver sentito i tuoni e visto le folgori: è la tempesta magica!"

"Abbiamo visto e sentito dire che la maggior parte delle persone sono oppresse da così grande stupidità ed alienati da tanta stoltezza, da pensare che esista una regione, detta Magonia, dalla quale vengono navi, portate dalle nuvole, ove le messi che cadono a causa delle grandinate e periscono a causa delle tempeste, vengono trasportate nella regione in questione.
I nocchieri dell'aria in persona, evidentemente, darebbero ai "Tempestarii" ricompense, ricevendo frumento ed altri cereali. Di costoro, parimenti accecati da tanta stoltezza, da credere che queste cose possano avvenire, abbiamo visto molti in una riunione, esporre quattro persone prigioniere: tre uomini ed una donna che si diceva fossero caduti da quella navi; esse tenute in ceppi per diversi giorni, furono portate al nostro cospetto, come se dovessero essere lapidate

"Le messi che cadono … " così dice il testo e questo fa sì che la fantasia popolare si scateni alla ricerca di possibili spiegazioni all'evento chiamando in causa i cosiddetti "Tempestarii" e una straordinaria regione dal nome di "Magonia". L'evento è di tale portata che persino l'Imperatore Carlo Magno si muove e promulga una "caccia alle streghe".

E' evidente come anche in questo caso, così come relativamente al testo di Qumran, il riferimento sia cosa piuttosto vaga per poter affermare con certezza quale tipo di fenomeno o meglio quale combinazione di fenomeni, correlati insistentemente alla condizione delle messi si siano effettivamente verificate nei periodi in cui sono stati redatti i documenti sopra citati, ma esistono riferimenti comuni inerenti a elementi di straordinaria natura cui viene attribuita matrice più o meno divina che attraverso i propri segni dona una sapienza superiore, avvenimento denunciato sia nella seconda parte del frammento di Qumran, (riga 8) “conoscerà i segreti dell'umanità. La sua conoscenza si estenderà a tutti i popoli, e conoscerà i segreti di tutti i viventi”, così negli Atti come nel Libro di Gioele.

Si legge quindi di una stretta correlazione fra il verificarsi di eventi straordinari e il raggiungimento di una conoscenza o coscienza superiore.
Questo concetto, che appare intuibile nel frammentario testo “qumranita” trattante della figura di Noè che comunque si offre ad una interpretazione che denoti un carattere di sequenza causa/effetto fra le prime e le ultime righe, viene confermato e ampiamente trattato dagli Atti, attraverso la citazione biblica in cui viene premesso l’antefatto ai segni.

La evidente frammentarietà delle probabili fonti testimoniali induce a dover compiere un notevole balzo in avanti nel tempo fino a giungere alla fine del XVI° secolo (intorno al 1590) quando andavano riaffermandosi alcune antiche credenze di cui abbiamo avuto precedente testimonianza attraverso i documenti dell'epoca di Carlo Magno riguardanti i "Tempestarii".
Era l'epoca in cui si faceva cenno alla presenza dei "cerchi delle streghe": luoghi di riunione per lo svolgimento di “riti stregoneschi” e fu di lì a poco che ripresero ad evidenziarsi determinate testimonianze (prevalentemente incentrate su fenomeni di grandi bagliori luminosi) che furono materia di studio del naturalista Robert Plot.

E' in questo contesto che prendono forma nuove testimonianze relative alla formazione di cerchi nel grano.

 

 

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